SBOTTONARSI

Spesso ci troviamo in una particolare disposizione d’animo e siamo disponibili al dialogo, a raccontare le nostre esperienze, le nostre intimità, persino le nostre sconfitte. Abbocchiamo all’amo specie se l’interlocutore si mostra aperto, si ritiene un amico prezioso.  Quasi sempre abbottonati, ci lasciamo andare, pronti a trasferire ad altri notizie, programmi. Raccontiamo dettagli con precisione convinti di essere ascoltati, apprezzati. Ci aspettiamo un  interlocutore indulgente, silenzioso, gentile. Spesso parliamo a ruota libera senza essere invitati esplicitamente. Lo facciamo perché ci fidiamo, perché conosciamo perfettamente la persona o le persone con cui ci intratteniamo più del dovuto. Insistiamo nei racconti nella speranza di trovare comprensione e gentilezza. Affrontiamo vari argomenti, raccontiamo dei nostri problemi di salute, delle nostre vacanze, del nostro ambiente familiare, delle nostre aspirazioni e delusioni. Ci arrendiamo e ci apriamo come una noce. Con certe persone, con certi colleghi pensiamo che non serva trattenersi.  Possiamo confidarci, parlare di questioni di lavoro e abbinare argomenti personali. Possiamo raccontare le nostre esclusioni, le nostre umiliazioni, il nostro vivere recluso, le nostre gioie, i nostri acquisti, i nostri risparmi, le nostre spese esose. Arriviamo fino i fondo quando l’altro si mostra interessato ed educato.  Apprezziamo l’ascolto paziente che fa onore al nostro confidente di turno. Ci assicuriamo di non essere noiosi e ripetitivi. Riveliamo molto di noi, ci scopriamo.

A un certo punto l’altro si mostra arcigno, indifferente, quasi ironico. Ci risponde in modo ignorante. Cogliamo sfumature di disprezzo, sprazzi di ironia e aggressività. Capiamo di esserci sbottonati troppo. Vorremo vendicarci, ribellarci. Notiamo che l’altro usa le informazioni da noi fornite per attaccarci. E criticarci.

Ad esempio raccontiamo a una collega amica di fare delle vacanze a ottobre e lei di rimando ci fulmina dicendo che certi tipi di vacanze le fanno solo chi non vuole vedere nessuno e vuole risparmiare perché ha un badge ristretto ed è un poveraccio. Naturalmente restiamo di stucco davanti a certe insinuazioni. Può darsi che facciamo vacanze in altro periodo per ragioni familiari, organizzative, per problemi di vario tipo, per ragioni di salute o altro.

Alla fine torniamo al nostro comportamento rigido e non raccontiamo più nulla a nessuno parenti compresi, anche loro si fanno prendere la mano dal demone malefico della critica corrosiva. Allora meglio sottrarsi e fare i fatti propri. In fondo cosa interessa la località e il periodo quando noi andiamo in ferie ? ognuno dovrebbe pensare alle sue cose senza interferire nella vita degli altri che potrebbe essere diversa dalla loro.

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