SPIRITO NATALIZIO

Negli ultimi tempi nonostante le luci, i colori, le vetrine addobbate, le insegne luminose, gli alberi illuminati si è perso molto dello spirito del Natale almeno come era alle origini. Il  natale è stato reinterpretato, rivisitato, revisionato, corretto per proprio uso e consumo. Il consumismo lo ha reso una festa dell’inverno, neutra  senza connotati specifici. Non si sente più il calore, l’odore tipico di certe giornate natalizie.  Nelle famiglie manca lo spirito di collaborazione, i figli partono per lunghi viaggi all’estero o in montagna lasciando gli anziani soli. Nelle case non c’è più lo staff familiare al completo, mancano pezzi, tasselli importanti come nipoti, cugini, zii. I giovani latitano la tavola di Natale o preferiscono piatti diversi dalla tradizione. Lo spirito del natale non si scova più neppure nelle chiese, in molte quest’anno non è stato allestito neppure il presepe, per mancanza di iniziativa, di disponibilità. Si pensa ai regali costosi per guadagnare rispetto agli occhi di parenti e amici. Nelle tavole di natale si parla di carriera, di soldi, di viaggi, di lussi.  I parenti poveri temono di essere giudicati, esclusi. I parenti ricchi sono aggressivi, offensivi, usano toni ironici. I riti del natale sono stati stravolti, le usanze dimenticate. Si usano nuovi metodi. Non si usano più le cartoline di auguri, i biglietti pieni di messaggi. I parenti depressi ci maltrattano, si mostrano collerici, rifiutano i nostri inviti. In teoria tutto sembra normale ma solo in apparenza. Negli uffici si approfitta delle vacanze per creare dipartimenti ad  hoc per i super raccomandati nella speranza che nessuno se ne renda conto data l’orgia di auguri e feste. Le feste nei luoghi di lavoro sono farse con finti sorrisi e finti auguri. In realtà serpeggia invidia e rivalità. Si fanno regali a persone che si detestano, a colleghi che si odiano e si rovinano. I regali sono spesso oggetti inutili che prima o poi si cestinano. Tutti hanno i nervi a fior di pelle per mancanza di tempo per organizzare pranzi e veglioni. Tutti corrono per le città all’impazzata. I parenti che vanno alla messa sono criticati, sono solo dei bigotti. Le critiche generano un sentimento di frustrazione. Per stare al passo degli altri bisogna essere disinvolti, cinici. Gli impegni si moltiplicano come i cesti pieni di roba. Si invitano amici benestanti, parenti che hanno un ricco patrimonio. I fratelli spesso sono i primi che si dileguano attratti da altri inviti eccellenti. Il desiderio di vederli vicino è mortificato. La mancanza dei fratelli genera ansia che si combatte con un sorriso coraggioso, funzionale per non far vedere agli altri la tristezza. Molti affrontano le feste con agitazione e non vedono l’ora che finiscano per tornare alla santa e sacrosanta normalità. I regali offensivi e incauti ci lasciano l’amaro in bocca. Non serve reagire, il senso di vuoto resta inalterato.

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