VILLA MIMOSA

Villa mimosa è un interessante romanzo di Salvalaggio. E’ un romanzo della memoria. Il protagonista ritorna sul lago di Garda dove ha vissuto con la famiglia per molti anni in una villa e scopre la trasformazione del paese e il mutamento di mentalità che è avvenuto. Ritorna al passato, stimolato dalla vista di certi luoghi e personaggi,  per rimmergersi nell’atmosfera provinciale di un tempo e ricorda con affetto vari ritratti umani. Rivive cosi il passato  con malinconia fatto di amori, pettegolezzi, umanità, fatti comici, sogni e  solitudini. In quel microcosmo si lascia cullare e irretire dai ricordi che sono per ogni persona come una catena al collo. Tornano brandelli di frasi, di immagini, di figure come quella della moglie giovane  sempre allegra e un po’ critica. Del paese ricorda figure tipiche come il barbiere, il poliziotto, il maestro, il parroco con il suo spiccato senso del peccato, la donna  di facili costumi, i ragazzi invidiosi dei ricchi, le pietanze tipiche come il baccalà, il suono delle campane più volte oggetto di citazioni e discussioni per il loro alto suono, i dispetti fra le frazioni, i matrimoni per interesse, i segreti e le confidenze, le ruberie, le chiacchiere, la presenza degli zingari, il cartomante con le sue previsioni e consultazioni e i suoi tarocchi, le ragazze madri, anche l’ipocrisia e l’omertà, i vandali e i ragazzi ribelli, l’uso dei nomignoli, le pratiche della pesca e della vendemmia, le discussioni al bar di politica, le donne malvagie, gli artisti locali i poveri e i malati, gli usi come quello di usare sempre l’acqua fredda per risparmiare, la mancanza dei detersivi moderni, i ricchi con la loro aria snob, le ambizioni dei timidi, le realtà travisate, i tradimenti, le scommesse, le umiliazioni, gli scandali, le nozze riparatrici, le gelosie, i diseredati, i morti giovani, le carità, le faide parentali, gli uomini arroganti, le noie, i giovani con la voglia di andare via, i commercianti affaristi, i malati mentali, le turiste nude, i frati e i mistici della zona, le vite tragiche, il lavoro dei campi, i funerali, l’erboristeria, i ritmi lenti, i bambini vivaci con la fascia per il lutto al braccio, la divisione in classe, le donne anziane importune, le beffe e i lazzi, le diffidenze, i mercati, le nascite, le confessioni, gli scherzi, l’assenza di soldi, le indignazioni della gente, le lettere anonime e le trappole, la biblioteca, i boschi, le bevute fra amici, le fiere, le raccolte di firme, l’assenza di smog, le prediche dal pulpito, i restauri, i forestieri malvisti, le donne bigotte e borghesi, i cittadini snob, i corsi per corrispondenza, ricorda gli odori, le scale a chiocciola, i telai, gli zimbelli della zona, le cantine, la solidarietà, la riconoscenza, le poche notti brave dei giovani, i casi tragici, la perpetua, i giovani sfaccendati e impazienti, le bevute corali, i giudizi, le alluvioni che rivive come un film a rallentatore, i divorzi, il medico estroso, i playboy della zona, il senso di giustizia sociale, i sabotaggi, i malati del posto,  le confessioni, i canti liturgici, i lumini, i rubacuori, gli antiquari i giuramenti, le curiosità, il sindaco che torna alla sua mente come un manichino, una maschera antica.

Il protagonista torna ma non trova nulla come prima. I grandi amori si sono ridotti in cenere come pugni di sabbia il nuovo parroco è un giovane scanzonato che si fa chiamare per nome e ama il rock in chiesa, il gusto per la politica si è affievolito, il lavoro nei campi è stato abbandonato a vantaggio del lavoro in fabbrica, gli artigiani sono sempre meno, la natura appare inselvatichita, spoglia non curata, i vigneti sono abbandonati, i mestieri tipici come il sensale non ci sono più, i mezzadri sono spariti, le diffidenze sono aumentate come pure l’egoismo, il paese ha perso il suo carattere rustico, vivace, il suo profumo i soldi hanno reso molti avidi e pronti a sgomitare. I figli sono stati avvelenati dal progresso. Sono laureati ma freddi e distanti, non amanti delle lotte sociali, a rovinarli sono stati i turisti stranieri che hanno affollato per anni il lago di Garda con i loro costumi corrotti, con le loro idee ultra progressiste. I giovani sono divenuti sconsiderati, immorali, strafottenti amanti di viaggi in terre lontane. L’orgoglio per la ospitalità come un tempo è finito si è dissolto. Molti hanno trovato lavoro all’estero e sono andati via. Le ville sono state vendute e quelle rimaste si sono blindate come se fossero bunker per paura di ladri e malviventi. I frati sono diversi come pure i preti vestono borghese, giocano a carte e al biliardo. Sono ridotti i tridui e le processioni. Le prediche sono più leggere, diverse. Le ragazze sono rifatte, hanno la faccia tosta, viaggiano in auto., le trattorie sono scomparse. Il protagonista è disincantato. Il paese non è più una isola felice. Le illusioni sono cadute per lasciare spazio solo alla nostalgia, al rimpianto per la giovinezza svanita. Il passato è stato un epoca serena che non ritornerà facilmente. Le tradizioni locali sono state cancellate. Le giovani lavorano per il cinema si sono sofisticate, i bambini sono maleducati, egoisti. Ci sono nuove ideologie. Non ci sono più donne caute e introverse. I cibi sono diversi, sentono l’influsso estero  Si pensa solo a fare soldi con i turisti che hanno mutato la morale locale.  L’unica cosa che è rimasta inalterata nel tempo è la vanità femminile, si vedono sempre donne curate e truccate che però hanno mutato sentimenti e atteggiamenti.

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