CRINOLINA

 

Lady in hoop skirt, rococo era, c. 1780. Hand colored wood engraving, published c. 1880.

La crinolina era un accessorio della biancheria intima da donna del passato. Nata in Francia sicuramente nel cinquecento. Era una struttura rigida fatta  a gabbia di tessuto di crine di cavallo, di qui il nome, che serviva a gonfiare la gonna sottostante. La gabbia era fatta di cerchi di acciaio o addirittura ossi di balena che sosteneva la sottoveste. Era accompagnata da lunghe mutande di pizzom  e sottane di flanella. La crinolina si diffuse molto nel settecento, ottocento e novecento. Si usavano vari tessuti come percalle, cotone, raso, seta, mussolina e anche il vimini. I tessuti spesso erano inamidati. L’indumento risultava pesante e rigido. All’inizio venne usato solo dai ceti elevati poi da quelli medi.

Con il tempo la moda divenne sempre più estremista. Si usavano gabbie sempre più ingombranti e pesanti tanto da impedire il normale movimento e spostamento. Molti medici erano contrari all’uso della crinolina che creava problemi anche alla struttura ossea. Nel periodo del romanticismo si usava molto tale accessorio che costringeva le donne a portare il busto in avanti con problemi di postura. Le gambe non si dovevano mai vedere. Con il tempo si usarono tessuti più leggeri come tela e gabbie molli fatte con lacci. Si fecero modelli più bassi.

A Parigi nell’ottocento questa moda spopolò pure fra ceti medio bassi. Si fecero gabbie flessibili e più tenere e ricche di volan e decorazioni. Si fecero tessuti resistenti alla acqua. Si usarono per le gabbie anche legno, acciaio, tessuti imbottiti. Nel novecento si usarono fibre sintetiche più a basso costo. Si realizzarono pure abiti da sposa. All’inizio si usarono solo colori chiari dopo anche scuri come nero e viola. Con il tempo si fecero gabbie più leggere con filo di ferro e abbinate a corsetti con merletti e ricami. Si evitarono i primitivi otto strati. Si usò sempre più vimini, lino e cotone.

La crinolina era nata dalla esigenza delle donne di mostrare sempre una vita sottile anche dopo ripetuti parti. La vita di vespa aveva un costo in termini di salute e fatica. Le donne per evidenziare i fianchi stretti dovevano portare cinture strette e gonne  a campana.

Le donne per apparire belle devono sempre trasformarsi, soffrire, sopportare abiti stretti, tacchi altissimi, gonne minuscole. La bellezza passa attraverso la sofferenza. Ai nostri giorni ci si sottopone pure a operazioni chirurgiche di un certo livello. Forse la bellezza più bella non è quella costruita a tavolino ma quella naturale.

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