E’ Natale, dovrebbe esserlo per tutti

E’ Natale, dovrebbe esserlo per tutti25 Dicembre: Natale.
Si, Natale, ma non per tutti.
Mentre i ricchi figli del mio vicino di casa scartano i regali, un uomo anziano, solo, cammina a testa bassa lungo la mia via.
Chissà, potrebbe avere cinquant’anni portati male, oppure settanta portati bene.
Ma credo di dover appoggiare la prima ipotesi.
Con una giacca che gli calza larga ed un paio di stivali rovinati, attraversa la strada, senza neppure voltarsi per vedere se arrivano auto.
Come se sperasse nell’arrivo di quell’auto, come se girare per un istante la testa, volesse dire abbassarla ancora, davanti all’ennesimo riscontro della sua condizione di povertà, di solitudine.
Una famiglia percorre la via dietro di lui, con passo accelerato e la salda stretta di mano dei genitori ai figli, che non vogliono che l’uomo tocchi.
Sentendo il rumore dei tacchi della madre dei bambini e le risate di questi ultimi, l’uomo dalla barba incolta e le mani rosse dal freddo, si volta.
Guarda i bambini e sorride.
Neanche il tempo di finire il sorriso, sicuramente uno dei pochi che la vita gli ha concesso di fare, che il padre li tira verso sè e borbotta qualcosa contro l’uomo.
La famiglia se ne va, con un’andatura che sa più di corsa che di tranquilla camminata natalizia.
Così, li guarda andare via ed abbassa la testa, un’altra volta.
Io, tra i miei pacchi regalo e le luci dell’Albero, osservo l’accaduto dalle finestre appannate per la pioggia e rimango, come ogni giorno, basita dinnanzi a così tanta indifferenza e poca umanità.
Allora decido di mettere su il mio cappotto e scendere a dare una mano a quell’uomo, così triste e solo, anche nel giorno che dovrebbe essere il più felice e pieno di amore di tutti i 365.
Prendo qualche sigaretta e qualche spicciolo e mi avvio verso la rientranza di un portone, dove si era seduto, costantemente con la testa abbassata.
Mi avvicino, non chiedo niente e gli porgo quelle poche cose che sono riuscita a racimolare.
Lui, visibilmente infreddolito e malconcio, apre la mano e mi dice: “Tu sei buona, ma non per queste sigarette e questi soldi, ma per il gesto; tu sei buona qui” ed indica il mio cuore.
Io sorrido e rientro in casa.
Dalla finestra, lo osservo mentre va via, ma, questa volta, con la testa alta ed un piccolo sorriso.
25 Dicembre: Natale.
Si, Natale e dovrebbe esserlo per tutti.

 

Elisa Serrani

 

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