Il vizio più grave

I famosi sette vizi capitali sono da sempre considerati peccati gravi. Da sempre il vizio viene condannato in generale in quanto rappresenta una abitudine deviata. Nella nostra società i vizi in questione sono rappresentati tutti:

La superbia: quel desiderio di essere superiori che porta al disprezzo dell’altro, la vanità e esaltazione della propria persona li ritroviamo tutti in molte classi elevate che ambiscono ad essere riconosciute come più potenti delle altre.

L’avarizia: quel desiderio di ricchezza e di beni che caratterizza ai giorni nostri molte categorie sociali e che porta alla corruzione, all’illecito, all’usura, alla rapina.

La lussuria: quella ricerca ossessiva del piacere sessuale fine a se stesso che è ben rappresentata nella nostra società. Molti sono i pedofili, i perversi, i gaudenti.

L’ira: quella voglia matta di vendicare un torto subito. Molti si lasciano prendere dall’ira in molti contesti.

La gola: quel lasciarsi andare ai piaceri della tavola è tipico del nostro tempo dove abbondano ristoranti, pizzerie, agriturismi.

La accidia: quello stato di inerzia, di torpore, di indifferenza è molto presente nella nostra società. Ci si lascia andare senza fare nulla di concreto, senza intervenire.

L’invidia: quella tristezza per il bene altrui percepito come un male proprio è molta diffusa nella nostra epoca. Gli invidiosi si trovano ovunque.

Da sempre la superbia è considerata la più deleteria delle deviazioni comportamentali. In realtà a ben guardare ai nostri giorni la peggiore in assoluto è l’invidia. L’invidioso può diventare veramente pericoloso specie negli ambienti di lavoro. L’invidioso infatti non solo desidera possedere quello che hanno gli altri (oggetti materiali o valori) e che lui non ha, ma augura agli altri di perdere ciò che hanno. Quando l’invidioso vede che l’altro prospera e non perde nulla cerca di creare degli ostacoli all’altro per facilitare la sua caduta. L’invidioso è roso da un grande desiderio di nuocere all’oggetto della sua invidia e quindi gioisce delle sue disgrazie. Di solito questa categoria di soggetti è rappresentata da gente frustrata, ossessiva, affetta da manie di persecuzione, ipocrita, spregiudicata, competitiva. I comportamenti invidiosi sono facilmente riconoscibili: aggressività, tendenza a disprezzare, anche pubblicamente, l’oggetto invidiato. L’invidioso gode a umiliare il rivale e a creargli un disagio. In realtà l’invidioso è solo una persona incapace che ha poca stima di sé. Nel mondo della politica, dello sport c’è molta invidia invece semmai ci dovrebbe essere una sana competizione. Per fortuna a soffrire e a rodersi è solo l’invidioso.

 

Ester Eroli

 

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