La festa dei serpari

In  Abruzzo nella valle del sagittario si trova Cocullo un paese fondato dai Marsi, popolazioni italiche. Il paese è famoso per il santuario dedicato a san Domenico a unica navata con abside semicircolare e catino con stucchi e cappella dedicata al santo con la statua  che prese piede nel XVI secolo  il santo era nato a Foligno nel 951 e secondo i cronisti cassinesi era morto a Sora dove è sepolto dopo aver fondato vari monasteri benedettini e avuto molti discepoli anche eremiti. Per sette anni soggiornò a Cocullo e dove lasciò due reliquie importanti un suo dente molare e il ferro della sua mula. Un altro dente molare si trova a Villalago presso la chiesa madonna di Loreto. l’agiografia ricorda molti suoi miracoli come la manna, che sono riportati negli affreschi delle chiese.

Il primo maggio, in passato il primo giovedì di maggio a Cocullo si svolge la festa detta dei serpari protetta dall’unesco. . La statua di san Domenico viene portata a spalla ricoperta di serpenti di ogni tipo, con chiara connotazione simbolica. Il male rappresentato dai serpi è in perenne lotta con il bene ma il santo è l’eroe che concilia i due   mondi opposti salvando l’umanità.  Il serpente per i pagani era custode di fecondità. Il santo era considerato protettore delle febbri, dei morsi dei cani idrofobi  e serpenti, dei pastori, degli animali domestici, del mal di denti, della rabbia. i. Prima il culto era quello della dea Angizia rispettata dai Marsi e protettrice dei morsi di serpenti che infestavano la  zona . Nell’antico culto una processione con i serpi raggiungeva una osteria. Poi il rito pagano venne cristianizzato e la processione di pellegrini provenienti dalle regioni limitrofe, si concludeva in chiesa con la statua di san Domenico portata a spalla da quattro persone del luogo. Secondo alcuni studiosi invece si tratterebbe del riadattamento di un rito di Eracle, molto diffuso nelle frazioni della zona, che soffocò dei serpenti inviati da Era per ucciderlo. Nel settecento  la festa dei serpari si diffuse. la prima processione della statua del santo con i serpi si ebbe nell’ottocento e si svolgeva a mezzogiorno. Il santuario in quel periodo venne ristrutturato grazie anche ai fondi dei Torlonia. Della festa ne parla l’Eneide e D’annunzio nella fiaccola sotto il moggio. Nel medievo erano molto diffusi gli incantatori di serpenti. Si dice che lo stesso san Paolo liberò Malta dai serpi.

La preparazione della festa inizia verso Marzo quando esperti del luogo vanno nei boschi alla ricerca di serpenti non velenosi, della razza cervone, biscia, saettone, biacco che collocano in recipienti di terracotta o scatole di legno che vengono nutriti con topi vivi e uova sode in attesa della festa. Nel giorno di festa i paesani tirano la campanella della chiesa, che dopo il terremoto è quella della madonna delle grazie, con i denti per buon augurio visto che il santo protegge da mal di denti, e raccolgono la terra in una grotta del santo. Terra che viene messa in casa a protezione, bevuta nel caso di febbre mista ad acqua, spedita ai compaesani all’estero, portata nei campi per favorire le sementi. Dopo la messa la processione della statua con i serpenti verso mezzogiorno raggiunge il centro e i vicoli. I serpenti sono portati con ceste e alla fine della festa rilasciati nel bosco. Molti devoti si dividono i serpenti e se li mettono al collo. In passato le serpi venivano portate in chiesa sull’altare maggiore, usanza scomparsa nel 1968. In processione al fianco della statua ci sono sempre due ragazze in abiti tradizionali con una cesta in testa con cinque pani e delle ciambelle a forma di serpente che vengono offerti ai portatori della statua. Alla fine i pani vengono dati anche alla folla fra risate e fuochi di artificio. Esiste anche un museo dei serpari. I pani e i ciambelletti ricordano un miracolo del santo che aumentò la farina presente nel mulino del paese. In passato si camminava in processione a ritroso cantando inni sacri. I serpi vengono di solito esibiti in piazza dove si possono toccare e prendere. La processione segue un tracciato prestabilito e passa davanti ai principali palazzi storici ricchi di decorazioni. Il serparo, raffigurato da molti artisti, è una figura mitica e sacra, rispettata, che segue molte tecniche per la cattura dei serpenti. Il serpe più apprezzato è il cervone quello che è capace di nutrirsi di latte di mucca.

 

Ester Eroli

 

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