Se noi studiamo il nostro tempo scopriamo l’esistenza di molta tecnologia ma anche di molta volgarità. Ci circonda uno squallore senza precedenti. Nei pressi di monumenti possiamo trovare spazzatura, giacigli improvvisati, oggetti e elettrodomestici abbandonati. Nelle stazioni il degrado è più evidente, più marcato. Le stazioni di notte diventano il bivacco di senza tetto e rifugio di sbandati. Ci definiamo popoli civili e poi nelle piazze lo spaccio è sotto gli occhi di tutti, e nelle piazze sono frequenti risse e pestaggi. Le città e i paesi hanno perduto il loro grazioso fascino. Se guardiamo attentamente e chiaramente anche i piccoli centri sono nel caos e nel degrado. Si tratta di un degrado cronico che investe ospedali, piazze, vie. Sembra che l’uomo abbia perso la sua coscienza, la sua umanità tanto sbandierata.
Abbiamo l’abitudine di vantarci di essere all’avanguardia e non vediamo più in là del naso. Non sentiamo dolore per questo stato di cose, siamo assuefatti, incapaci di guarire. Attendiamo pazienti una svolta che non avviene mai.
Il nostro tempo ha avuto il privilegio di rendere anche l’amore squallido. Le giovani donne sono uccise, trattate male, schiaffeggiate, malmenate, guardate persino in modo malevolo. Ci sono uomini che cambiano molte donne come fosse una maglietta. Ci sono donne che per imitarli fanno lo stesso. Nessuno si arrabbia per questi amori falsi, meschini, squallidi. Nessuno interrompe la catena delle uccisioni fisiche e morali. Qualcuno prova orrore e rammarico ma dura poco. L’amore è un gioco, una distrazione, un piacere effimero, non merita molte attenzioni. L’amore non vince più, è perdente.
Un tempo gli uomini erano capaci di sguardi dolci e innamorati, di occhi languidi, parlavano alla amata con voce calma. Molti baciavano la mano e la fronte della consorte.
Ora il tono di voce è arrogante, i modi bruschi e maleducati. Ci auguriamo che un giorno potremo veramente scrollarci di dosso un tale squallore che fa venire i brividi e accapponare la pelle.