Helena Blavatsky

Helena era nata in Ucraina,  primogenita di una nota famiglia aristocratica ortodossa. Sua madre era figlia di una principessa, suo padre era un colonello. Appena nata colpita dal colera si salvò insieme con la madre. La famiglia, con il seguito di servitù, era costretta a spostarsi di continuo per via della attività militare paterna. Fu una famiglia nomade, che abitò in varie parti dell’impero russo, ad Odessa, a san Pietroburgo ecc. Sua madre scrisse molti romanzi e fece molte traduzioni per case editrici. La sua formazione fu tradizionale, ossia corsi di danza, pianoforte, musica, inglese, equitazione, come si addiceva a una fanciulla benestante. Fece numerosi viaggi in India, America, Canada ecc e adolescente studiò da autodidatta. A diciassette anni andò sposa a un uomo ricco più grande da cui si separò poco dopo per matrimonio non consumato, però mantenne per sempre il cognome del marito. Poi come appare dai suoi diari si sposò una seconda volta ma le nozze non furono consumate.  Si formò culturalmente nelle biblioteca del bisnonno materno, un uomo potente  e massone, e in questi libri cominciò a studiare l’esoterismo. Cominciarono cosi le visioni, i viaggi astrali, le comunicazioni con i defunti anche reincarnati,  le premonizioni, i sogni premonitori, le veggenze. Soggiorno a Londra, a Bath dove conobbe molti personaggi importanti e amicizie influenti. Da piccola era solita raccontare storie e riuscì a scrivere storie e romanzi come la voce del silenzio e un saggio la dottrina segreta entrambi pubblicati. I suoi studi si concentrarono sui manoscritti tibetani e andò pure in Tibet, dove si potenziarono le sue capacità medianiche. Divenuta medium si interessò di occultismo e esoterismo e di filosofia fondando in America, dove era andata a vivere, la società teosofica. Studiò i piani astrali, i retroscena occulti della storia, i misteri antichi. Influenzò molte correnti spiritualiste americane. Scrisse molti libri di religione.

Si dice che conobbe lo stesso Garibaldi. Morì a Londra nel 1891 a 59 anni per una pandemia influenzale.

 

Ester Eroli

 

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