Il generale Della Rovere

Il generale Della RovereIo (che non sono un critico cinematografico famoso), posso affermare senza retorica che dopo la visione del film “Il Generale Della Rovere” di Roberto Rossellini, del 1959, ho capito la differenza tra il guitto e l’artista, colui che “é” attore ma al contempo autore di sé stesso, perché perfeziona il reale, anche nelle sue imperfezioni e ci costringe a fare i conti con immagini che non ci sarebbero, al di fuori della sua interpretazione, interessati. Il suo cinema é “stereofonico” e potenzia la realtà, descrivendo allo spettatore drammatiche situazioni, attraversate da potenti chiaroscuri, dai quali derivano quell’attenzione per il vero che nessuno ancor oggi ha espresso in modo così diretto, sintetico e drammaticamente romantico. Lo spettatore si riconosce nell’anima tormentata di questo finto Generale sublimata dal lampo improvviso della fede in chi non ha mai creduto ad altro se non a quello che si vede; perché solo ciò che comprende la “sua” realtà é vero. Tuttavia, egli stesso ne é incredulo: l’evoluzione sempre più cosciente del suo stesso personaggio trasforma e plasma la personalità acquisita in un continuo vortice di sentimenti che gli sconvolgeranno totalmente l’esistenza. Il nuovo eroe torce, schiaccia e dimentica il piccolo uomo di un tempo e autentica questo passaggio senza ritorno con l’offerta della propria vita per la patria, commutandosi in un eroe da ricordare per sempre.

 

Piccoli Stefania

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.